Mi piace, non mi piace più

Ricordo quel ventinove luglio, come fosse oggi. Da troppo tempo il mondo non aveva un leader che indicasse la direzione. Le grandi ideologie erano fallite una dietro l’altra: il comunismo, il turbo capitalismo, i fascismi. Anche le religioni erano passate di moda, dopo che tutti i leader religiosi erano stati postati ubriachi lerci su Instagram ad una delle tredici feste di addio al celibato del Dalai Lama a Las Vegas. Risultato? Terrorismo. Tanto terrorismo. Troppo terrorismo.

Faceva caldo quel ventinove luglio e tutti aspettavano che si manifestasse in mondovisione, a Lourdes, location scelta dal dipartimento Marketing e Social Media. L’elezione si era svolta a colpi di “Mi piace” sulla pagina Facebook “Save the world. Choose your leader”.

All’improvviso apparve in cielo in forma di ologramma. PippoBaudo. Gran colpo ad effetto di quei geniacci del marketing. Continua a leggere

Il dramma dell’essere fuori target

Mi sa tanto che i miei scritti non hanno un target preciso e senza target preciso, gli editori manifestano la tendenza ad arricciare il naso e a schifarti con garbo, ammesso che ti rispondano. Maledetti editori. Brutta gente. Bene che vada, ti mettono alle costole un editor e da quel momento la tua vita è praticamente finita: «Insomma, Alessandro, ma per chi scrivi? A chi ti rivolgi?» Si scherza Natascia (è la mia editor ed è molto suscettibile).

Forse perché ho iniziato come sceneggiatore di cartoni animati? Scrivevo per bambini, ma ero adulto, poi ho scritto per adulti, ma mi veniva di parlare ai bambini. Una specie di possessione demoniaca light.

Nota mentale: ricordarsi di contattare Padre Milingo per un esorcismo. Fa prezzi modici e ti ci mette anche uno sconto per un volo nelle Filippine. Continua a leggere

Prove lampanti che io e Christopher Moore siamo la stessa persona

Le prove lampanti che io e Christopher Moore siamo la stessa persona sono davvero tante, per l’esattezza sette, sette come i giorni in cui si svolge la storia di Reboot. Un caso? «Non credo», come direbbe il mio guru Adam Kadmon.

Due parole su come ho conosciuto Christopher Moore. Tutto è iniziato quando mia cugina mi ha regalato Il Vangelo secondo Biff, perché a suo avviso, io e Moore condividiamo molti aspetti di stile di scrittura. Beh, l’ho letto e, da quel momento, sono ufficialmente un tossico da Moore.

Sempre l’indomita cugina, mi ha costretto fisicamente ad inviare il mio romanzo Reboot allo stesso editore che pubblica Moore in Italia, cioè LIT Edizioni. Fatto sta, il giorno dopo mi ha risposto Natascia, che da quel momento è la mia editor (porella lei), e mi ha scritto che Reboot era la cosa più folle che avesse mai letto e che voleva pubblicarlo. Contenta lei.

Torniamo a Moore, ché, come avrete capito, ho la tendenza a divagare. Continua a leggere

I due assiomi per non essere stronzi

Dopo i vari accadimenti e ammazzatine degli ultimi tempi, che mi hanno fatto pensare che recentemente sia Stephen King a gestire la situazione mondiale, mi è venuto in mente, non so perché, che indipendentemente da qualsiasi credo religioso o metafisica sociale, siamo sempre più in balia di autentici, indubitabili stronzi.

Dopo vario pensa e ripensa, sono giunto alla conclusione che esistono due assiomi, due regole di base, per non essere stronzi. Continua a leggere