Il dramma dell’essere fuori target

Mi sa tanto che i miei scritti non hanno un target preciso e senza target preciso, gli editori manifestano la tendenza ad arricciare il naso e a schifarti con garbo, ammesso che ti rispondano. Maledetti editori. Brutta gente. Bene che vada, ti mettono alle costole un editor e da quel momento la tua vita è praticamente finita: «Insomma, Alessandro, ma per chi scrivi? A chi ti rivolgi?» Si scherza Natascia (è la mia editor ed è molto suscettibile).

Forse perché ho iniziato come sceneggiatore di cartoni animati? Scrivevo per bambini, ma ero adulto, poi ho scritto per adulti, ma mi veniva di parlare ai bambini. Una specie di possessione demoniaca light.

Nota mentale: ricordarsi di contattare Padre Milingo per un esorcismo. Fa prezzi modici e ti ci mette anche uno sconto per un volo nelle Filippine.

Essere fuori target è il dramma della mia vita, anche al di fuori della scrittura. Sono cresciuto in un quartiere popolare di Roma, i miei amici erano coatti, ma allo stesso tempo, frequentavo gli intellettualoni della facoltà di filosofia. Troppo coatto per essere intellettuale e troppo intellettuale per essere coatto. E questo tende a lasciare delle conseguenze, tipo abbondare in accostamenti arditi, del tipo “A gran testa d’abbacchio, che ne pensi dello schematismo trascendentale di Kant?”. Come i cioccolatini After Eight, quelli menta e cioccolato, per intenderci.

Ok, bello tutto, ma la soluzione?

  • Potrei cominciare a scrivere cose lunghe e importanti, che facciano riflettere, che spieghino come vivere e quale sarà il futuro dell’umanità. Ma c’è un problema: non sono capace. Se ci provo, dopo due righe, mi viene da ridere. Nota mentale: ricordarsi di dire allo psicanalista questa cosa che rido di fronte alle cose importanti;
  • potrei trovare uno sponsor, un mecenate, qualcuno che chiacchieri i miei scritti, fino allo sfinimento, un sacerdote della letteratura alta, che costringa i lettori a comprare i miei lavori e, possibilmente, a volermi bene. Se lo trovo in tempi brevi, il premio Strega non può sfuggirmi.

Potrei.

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