Il morbo dei libri

Sono sempre stata un’amante dei libri. Fin da piccola. Ho cominciato prestissimo a osserssionare i miei genitori per farmeli comprare. E non è mai stato un mistero che mia mamma un po’ odiasse questa cosa, dato che faceva sì che avesse da spolverare ogni volta un oggetto nuovo pronto ad invadere la mia minuscola cameretta. Inoltre, una delle cose che mi ha sempre fatto soffrire, è stata la mancanza di una vera libreria. Nemmeno un Billyno di IKEA per contenere la mia più grande passione, ma solo delle orribili mensoline attaccate al muro che non erano in grado di arrivare nemmeno lontanamente a quello che realmente avrei desiderato. 

Le ho sempre odiate, le minuscole stronze. Inoltre, fino almeno alla mia adolescenza, qui da noi non esisteva nemmeno il lettore elettronico. Quindi capite come fossi praticamente costretta a occupare tutto lo spazio possibile.

Questo ha comportato molto spesso la sparizione improvvisa, nonché imprevista, di molti dei pezzi della mia collezione, che si sono irrimediabilmente e tragicamente deteriorati (a causa dell’ostinazione di mia mamma a trasferirli in un ambiente assolutamente non consono come la soffitta), oppure sono andati perduti per sempre chissá dove (e non voglio nemmeno pensare che questo “chissà dove” potrebbe essere stato il cassonetto sotto casa).

Eppure mi sono sempre chiesta: un genitore non dovrebbe essere contento che il proprio figlio ami leggere al posto di andare a far saltare gli specchietti delle macchine parcheggiate, e spaccare le vetrine dei negozi con una mazza da baseball? Io ero l’unica bambina sulla terra che sapeva che tornare a casa con una busta della libreria avrebbe reso mia mamma disperata piuttosto che felice. Ogni volta la reazione era questa: «un altro libro?!» detto come se gli avessi portato a casa un’altra bocca da sfamare e non ci fosse cibo e in casa fossimo già in 11.

Evvabbè. Non che questo sia mai stato in grado di fermarmi. Anzi. Il mio OCD ha sempre reso le cose ancora più complesse, se possibile, e la mia radicatissima indole a far “sempre quello che me pare come lo dico io” pure.

E poi è risaputo quanto abbia sempre considerato i libri molto più piacevoli delle persone. L’ho sempre detto: un libro non ti chiede molto in cambio, a parte comprarlo e custodirlo, non ti assilla coi suoi problemi ed è molto meno noioso di chiunque. Sai che non potrebbe mai tradirti. Tra l’altro, se non ti piace, non sei obbligato né a custodirlo, né a conservarlo. E, parliamoci chiaro: quale gioia incontenibile è trovare un libro che ti piace tanto da non riuscire a smettere di leggerlo?

È chiaro che se non siete lettori non potreste capire, ma io dico che non è mai troppo tardi per cominciare. È vero, i libri costano. Ma è mai esistita una droga che fosse gratis? Almeno questa è una dipendenza che non fa male alla salute, anzi, possibilmente la migliora.

Io amo tutto dei libri.

I negozi che li vendono per esempio. Mondi paralleli dove il tempo si restringe e passa improvvisamente senza avvertire. Mi piace passare delle ore a informarmi sulle ultime novità editoriali o sugli autori, anche dall’applicazione del mio telefono. Mi piace osservarli tutti insieme riuniti nella parete di libreria che ho in casa mia. Mi piace toccarli e mi piace l’idea che se voglio resteranno sempre con me. Mi piace il loro odore, quel misto di carta, inchiostro e polvere che nessuna essenza potrà mai ricreare.

Ma mi piace anche avere la possibilità di possederne centinaia in un unico supporto come il lettore elettronico. Mio grandissimo è utilissimo amico dal primo giorno che ci siamo incontrati. Non credo che esista una cosa più comoda per leggere, sopratutto a letto, o per portare libri in giro senza spaccarsi la schiena, ma anche per conoscere parole che non sai e rileggere le frasi che hai amato di più.

Mi piace parlare di libri. Potrei farlo per ore, ed ore, ed ore. Senza stancarmi mai.

Mi piace anche che esista ancora qualche pazzo che ogni tanto decide di fidarsi di me per un consiglio di lettura. Anche se ancora non riesco a capire come mai questo accada, e resta uno dei più grandi misteri irrisolti della mia vita.

MA se è vero anche che certi misteri è bene anche che restino tali, continuerò comunque a rispondere a chi mi chiede cosa leggere, senza indagare troppo.

Ed è per questo motivo che mi troverete qui, una volta al mese, a parlare di libri, belli o brutti. Perché chissà. Magari voi scoprite qualcosa di nuovo che vi potrebbe piacere e io continuo ad avere un modo utile di tediare il mondo.

Fico, no?

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