Mi sono imbattuta ne La Nave di Teseo in modo completamente casuale, un giorno che ero in libreria con il mio compagno per andare a recuperare gli ultimi che mi mancavano del mio caro Christopher Moore. Mentre mi avvicinavo al banco informazioni, Daniele ha tirato su dal banco delle proposte questo volumone infilato dentro una custodia nera che, solo a vederlo, era invitante come una coppa gigante di gelato misto ricoperto da mezzo kilo di panna.
Ho cominciato a salivare pensando che lo avrei comprato subito, ma siccome le finanze sono quelle che sono, ho portato a casa il mio piccolo bottino per quel giorno, rimandando l’acquisto al prossimo stipendio.
Ovviamente, appena ho avuto un attimo di tempo, mi sono gettata a capofitto nell’internet a cercare notizie su questo libro del mistero e ho scoperto che:
- Il libro è stato scritto in una collaborazione tra J.J. Abrams (che è solo quello che ha sceneggiato LOST) e Doug Dorst (uno scrittore quotatissimo per la fascia adolescenziale).
- Il libro è trattato come se fosse un volume preso da una biblioteca, con etichette, timbri e tutto il resto.
- Il libro ha una custodia perché è pieno di allegati: foglietti scritti a mano, cartoline, disegni, cartine tracciate su tovaglioli, e chi più ne ha più ne metta.
- Ci sono due storie parallele: quella del romanzo, scritta da un fantomatico autore, tale V.M. Straka e l’altra, quella dei due lettori, che scrivono note a margine della narrazione, scambiandosi messaggi e commenti sul mistero che avvolge tutto.
- Si tratta di una meta-libro interattivo, per cui non ci si limita alla sola lettura, ma si deve scoprire un mistero con l’aiuto degli strumenti che si hanno e che portano anche a fare ulteriori ricerche.
Alla fine di tutti questi giri sull’internet volevo solo mollare tutto e spendere i soldi necessari per comprare il volumone, a costo di non arrivare alla fine del mese.
Ovviamente ho subito trasmesso il morbo a chiunque avesse voglia di darmi retta e ho fatto crescere un mostro.
La cosa più bella di tutta questa vicenda, è che mia sorella ha avuto pietà di me e me lo ha regalato, facendomelo arrivare direttamente via posta dal fantastico Amazon.
Non so voi, ma per me ricevere un libro in questo modo è una gioia enorme. Diciamo che, in generale, ricevere un libro per regalo lo è, soprattutto se si tratta di un libro che desideri.
Mi sono gettata subito a capofitto nella lettura, ma qui ho trovato il primo scoglio: questo libro è un vero macello.
C’è la narrazione e ci sono le note scritte a margine che sono tantissime e, tra le altre cose, scritte in colori diversi.
Andando avanti si capisce anche che ogni coppia di colori in cui sono scritte, riguarda un arco temporale differente in cui i due lettori comunicano. E quindi sono spesso a proposito di un fatto diverso accaduto loro, che non viene mai esplicitato troppo, ma deve essere più che altro dedotto.
C’è poi da seguire la trama principale, che è piuttosto complicata e non particolarmente scorrevole, che a sua volta si lega alle note del traduttore che a loro volta si collegano agli allegati e alle note scritte a mano.
Se non si fa attenzione, quindi, e non si va a fondo con tutti i cavilli che si devono affrontare, si rischia di perdere pezzi preziosi e di non capire bene tutta la storia.
È ‘na fatica!
E, soprattutto: ci vuole metodo. Tra i lettori che nel mondo hanno affrontato questo libro si sono diffuse milioni di teorie e di idee con nessuna delle quali sono d’accordo.
C’è chi dice che bisogna leggere prima il romanzo e poi le note a margine, chi dice che si debba leggerlo più di una volta e chi dice che si debba seguire la linea temporale, andando avanti e indietro a seconda dei colori.
Io non ce l’ho fatta, ho dovuto leggere tutto insieme. Anche perché penso che ci siano cose che non si possono capire se non si ha il quadro completo. E comunque, dopo aver capito il meccanismo, non è così complicato da seguire.
Soprattutto perché, per me, a un tratto la situazione si è ribaltata e più che voler sapere cose su Straka, volevo sapere come andava a finire tra i due lettori, ed erano le note a spingermi a continuare perché la storia diventa sempre più slegata e assurda.
Pare che questo Straka abbia scritto sotto l’effetto di qualche droga allucinogena o che sia stato scritto da un gruppo di persone in preda al delirio collettivo.
Quindi la vicenda dei commentatori diventa molto più interessante, anche se non ci sono abbastanza elementi per poter avere qualcosa di concreto nemmeno su di loro. Perciò quello che mi sono chiesta verso la seconda metà del libro è stato: che cavolo volete da me?
Alla fine mi sono trovata a leggere febbrilmente per arrivare alla fine e cercare di capire quale fosse realmente il punto.
Per fortuna a una conclusione decente si riesce ad arrivare, ma solo per le congetture che ti vengono da fare, infatti io ho deciso che è in un modo, ma altri potrebbero pensarla molto diversamente da me.
Per concludere posso dire che: molto figo il pretesto, divertente l’idea, presupposti fantastici, ma troppo aperto il finale e troppo pochi gli elementi a disposizione. Ci sono ad esempio degli allegati che non si capisce a cosa si riferiscano e altri che non vengono proprio spiegati.
È sicuramente una lettura particolarmente impegnativa perché pretende delle ricerche e sei costretto a fare avanti e indietro perciò può essere molto coinvolgente, ma resta molto poco alla fine, almeno per me.