Che fai quando la tua storia ti lascia a piedi? Non parlo solo di narrativa, ma di qualsiasi tipo di testo, dal Copywriting alla creazione di contenuti social.
Quando stavo scrivendo il mio primo romanzo mi ero bloccato qui: Tony non è né bello, né brutto, né ricco, né povero, né triste, né felice e non ha niente da fare, ma vuole essere felice.
Pensa e ripensa, mancavano quattro cose:
- la definizione del personaggio;
- un obbiettivo interessante;
- ostacoli difficili da superare;
- l’arco di cambiamento.
Ce li ho messi e «Ultra» me l’ha pubblicato:
- Tony è un frustrato trentenne che lavora in un Call Center;
- deve riuscire a passare da interinale a «tempo indeterminato»;
- Dio lo chiama a lavoro e gli chiede aiuto a non far finire il mondo;
- grazie alla frequentazione di Dio, Tony non solo salva il mondo, ma anche che la felicità non è affatto far quello che ti pare.
Ma perché Dio dovrebbe chiamare un Call Center? Boh! Ma sono proprio dubbi come questi che mi tirano fuori dalle sabbie mobili.
Quali sono invece i motivi dei tuoi blocchi narrativi? Come li risolvi?