Quando ho iniziato a scrivere (stiamo parlando del periodo de «L’epopea di Gilgameš»), sfornavo d’impulso pagine su pagine su quelli che mi sembravano i più profondi recessi dell’animo umano, poi mi fermavo, rileggevo e puntualmente appariva la domanda bastarda: «Ma di cosa sto scrivendo?».
Se c’è una cosa che ho capito, è che se vuoi parlare di tutto, alla fine non parli di niente e per evitare questo spreco di energie, devi avere il tema ben chiaro.
Cos’è il tema? No, non è l’argomento della storia.
Il tema è ciò di cui vuoi parlare veramente. È qualcosa di urgente, a cui senti il bisogno di dare una risposta. L’argomento invece è il modo in cui metti-in-scena quell’urgenza attraverso la scrittura di situazioni concrete.
Il tema è «la morale della favola», l’argomento invece l’esposizione di ciò che accade, attraverso l’incastro di azioni una dietro l’altra sull’asse temporale.
Se la tua storia si blocca, o se noti che sta scivolando di palo in frasca, allora fermati e torna indietro al tema, che sicuramente non ce l’hai chiaro neanche tu.
Per metterlo a fuoco, fatti queste domande:
- Posso riassumerlo in forma di domanda?
- È universale, o interessa solo la mia parentela di primo grado?
- Posso esprimerlo usando coppie di passioni elementari, tipo amore/odio, ingiustizia/vendetta ecc.?
Se le risposte sono sempre «no», allora devi rimettere mano al tuo tema.
Usi qualche altro modo per «aggiustare» il tema?