Il tema deve essere il più universale possibile. Altrimenti non ti aiuta rimettere in moto la tua storia.
Quando mi bocco, tipo lucertola, torno al tema, così come chi medita e si trova immerso nella diarrea di pensiero, torna alla respirazione.
Il tema è il respiro della storia che stai raccontando.
Ma qualsiasi tema può aiutarti a rimetterti in moto? Direi proprio di no.
Prendiamo due temi, che come hai capito, deve essere espresso sotto forma di domanda.
Tema namberuàn: cosa succede ad infrangersi volutamente contro l’anima altrui?
Due argomenti su questo tema sono:
- «Espiazione» di Ian McEwan ;
- «Delitto e Castigo» di Dostoevskij».
Tema nambertù: Lucia, la cugina di zia Teresa, alla fine le ha ritrovate le chiavi della cantina?
Due argomenti su questo tema sono:
- le agghiaccianti storie natalizie di zia Teresa;
- le risposte da espertona in ritrovamenti acrobatici, sempre di Zia Teresa.
Quale di questi due temi credi che abbia più probabilità di interessare una quantità maggiore di lettori?
Lo so, è una domanda retorica, ma ti fa capire quello che intendo per «più universale possibile».
Quando ti blocchi, fermati a «respirare il tema». Se non lo fai adesso, magari riuscirai a costruire una casa con delle bellissimi tendine in tinta col colore del divano, ma con la cantina piena d’acqua e prima o pi…
Può essere faticoso, tipo ginnastica posturale, ma serve ad evitare la scoliosi narrativa.