Miscellanea
La guerra dei batteri
Cronaca di una guerra microbiologica annunciata
Una guerra è utile alla microbiologia? Domanda strana? Per rispondere, ti porterò negli ultimi decenni del XIX secolo quando, sullo sfondo della guerra franco-prussiana, due scienziati danno vita ad un conflitto microbiologico per stabilire chi per primo abbia verificato scientificamente che le malattie infettive sono trasmesse dai microbi.
Una guerra tra due menti geniali e due nazioni, in cui l’enzima del positivismo scientifico fa da terreno di coltura dell’epoca moderna della microbiologia.
Continua a leggereIl tema è una domanda
Focalizzare il tema e l’argomento è uno dei modi che utilizzo per uscire dal blocco creativo.
Tema e argomento non sono la stessa cosa. Il tema è «la morale della favola», l’argomento invece è ciò che accade veramente nella storia.
Prendiamo una storia, che spero tu abbia visto, Shrek. È la storia di un orco che, per salvare la tranquillità della palude in cui vive, è costretto ad imbarcarsi in una serie di avventure da fiaba per liberare la principessa Fiona.
Quello che ti ho appena raccontato è il tema o l’argomento? È l’argomento! Eccolo il tema, sotto forma di domanda: «è possibile far uscire dal proprio isolamento un misantropo che non ha fiducia nei sentimenti?»
Un tema si può incarnare in diversi argomenti. In Shrek è il salvataggio della principessa, ma può anche essere la mania per la manutenzione di una macchina, come in «Gran Torino» di Clint Eastwood.
Se non l’hai visto, te lo riassumo brevemente. Walt Kowalski, un veterano della guerra in Corea, è il paradigma dei misantropi. Le uniche sue passioni, oltre alla birra, sono il suo cane e un’auto modello Gran Torino. La sua vita cambia il giorno in cui il giovane vicino Thao, spinto da una gang, rovina l’automobile.
In questo caso, la domanda che il tema genera è la stessa di Shrek, ma è l’argomento, cioè il modo in cui si arriva alla risposta, che è diverso.
Se non hai chiaro il tema della tua storia, il rischio di passare di palo in frasca, o di bloccarti è molto alto, quindi prenditi del tempo per mettere a fuoco il tema e vedrai che poi la tua storia ripartirà.
Il tema di una storia
Quando ho iniziato a scrivere (stiamo parlando del periodo de «L’epopea di Gilgameš»), sfornavo d’impulso pagine su pagine su quelli che mi sembravano i più profondi recessi dell’animo umano, poi mi fermavo, rileggevo e puntualmente appariva la domanda bastarda: «Ma di cosa sto scrivendo?».
Se c’è una cosa che ho capito, è che se vuoi parlare di tutto, alla fine non parli di niente e per evitare questo spreco di energie, devi avere il tema ben chiaro.
Cos’è il tema? No, non è l’argomento della storia.
Il tema è ciò di cui vuoi parlare veramente. È qualcosa di urgente, a cui senti il bisogno di dare una risposta. L’argomento invece è il modo in cui metti-in-scena quell’urgenza attraverso la scrittura di situazioni concrete.
Il tema è «la morale della favola», l’argomento invece l’esposizione di ciò che accade, attraverso l’incastro di azioni una dietro l’altra sull’asse temporale.
Se la tua storia si blocca, o se noti che sta scivolando di palo in frasca, allora fermati e torna indietro al tema, che sicuramente non ce l’hai chiaro neanche tu.
Per metterlo a fuoco, fatti queste domande:
- Posso riassumerlo in forma di domanda?
- È universale, o interessa solo la mia parentela di primo grado?
- Posso esprimerlo usando coppie di passioni elementari, tipo amore/odio, ingiustizia/vendetta ecc.?
Se le risposte sono sempre «no», allora devi rimettere mano al tuo tema.
Usi qualche altro modo per «aggiustare» il tema?
Vettore Vs Vettore
È sufficiente mettere a punto il conflitto del protagonista per rimettere in moto una storia?
Continuo con la serie «cose banali, ma mai completamente digerite»: il secondo punto del conflitto.
PUNTO NAMBER TÙ: il conflitto, oltre a un soggetto A (protagonista), richiede un soggetto B (antagonista).
Quando sono in pieno blocco narrativo, mi armo di fogli e matita e comincio a fare schemini e ::disegnini:: , con la speranza di mettermi in moto. A volte resto solo con dei fogli decorati, ma spesso funzionano.
Protagonista e antagonista, corredati di corrispettivi, li disegno come uno scontro tra due vettori che insistono su un medesimo punto. Quel punto solitamente è la scena madre, quel momento in cui tutti i nodi vengono al pettine. Mi piace immaginarlo come una pallina di gomma che si deforma sotto le due forze, ma ti consiglio di non prendere troppo sul serio le mie immagini. Ieri sera, ad esempio, ho immaginato un cammello che ballava il twist.
Il cadavere di Polinice al centro, Antigone che spinge da una parte e Creonte che spinge dall’altra. Era meglio il cammello che balla twist, mi sa.
Ti è mai capitato di avere una storia con un antagonista debole, o proprio senza antagonista? Li fai pure tu i disegnini?
Commercio e guerra
Atti e provvedimenti amministrativi
L’attività della Pubblica Amministrazione
L’organizzazione amministrativa
I miei video
Sì… ho la mania di creare, girare e montare video. È più forte di me. Mi diverte e mi rilassa e soprattutto mi porta via soldi in acquisto di attrezzatura.